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Oggigiorno si parla con molta enfasi dei prodotti finanziari derivati. Senza dubbio la loro utilità per la gestione del rischio finanziario è unica ed insostituibile ; spesso però langue l'informativa, disponibile per il gestore della finanza in azienda, circa il loro funzionamento nella pratica.
Vediamo dunque di contribuire a dare un'immagine - sommaria, ma concreta - dell'argomento senza aumentare la già elevata confusione. Per fare questo andremo a rivisitare definizioni che sono - o saranno - più esaustivamente illustrate in qualche altra parte del sito.

Operiamo pertanto, prima di tutto, la prima fondamentale distinzione fra :

Esistono in realtà in totale quattro grandi famiglie di rischi finanziari cui le imprese possono essere soggette : oltre al rischio di cambio ed al rischio di tasso (esaminati qui nel seguito) non va infatti dimenticato il rischio di corso delle materie prime (per ora non esaminato in questo sito) ; mentre per il rischio meteorologico si veda il relativo documento, sempre in questo sito.

Prodotti finanziari derivati per la gestione del rischio di cambio

Rientrano in questa categoria le opzioni valutarie. Ne esistono di vari tipi e "generazioni", e per questo rimando alla sezione di questo sito che se ne occupa. In questa pagina, invece, voglio passare in rassegna alcune ipotesi operative per visitare nel dettaglio pratico il funzionamento di questi strumenti, e per vagliare alcune alternative circa l'utilizzo delle opzioni valutarie.

Poiché l'approccio ha finalità aziendale, prenderò in considerazione questo prodotto derivato solo con finalità di gestione/copertura del rischio di cambio. Farò uso estensivo di esempi numerici per dare il senso della semplicità dell'intera questione.

Prodotti finanziari derivati per la gestione del rischio di tasso

Per quanto riguarda i derivati su tassi di interesse va operata innanzitutto la grande distinzione fra Fra gli strumenti "vincolanti" vanno annoverati il F.R.A. (Forward Rate Agreement), l'I.R.S. (Interest Rate Swap) e tutte le varianti di quest'ultimo.


Il F.R.A. (Forward Rate Agreement)

Si tratta dell'unico strumento finanziario derivato o.t.c. ("over-the-counter", vale a dire negoziato al di fuori di un mercato regolamentato) in grado di gestire il rischio di tasso a breve termine.
Con questo tipo di contratto, infatti, un'azienda può coprire il rischio di rialzo (o di ribasso) dei tassi.

Esempio : la società Alfa ha programmato di tirare di un finanziamento fra un mese, per i sei mesi successivi e, temendo altrimenti di incorrere in un rialzo dei tassi nel periodo che va da oggi alla data del tiraggio, vuole coprire il rischio.
Per farlo acquisterà un F.R.A. 1 x 7 (può essere scritto anche "1 V 7", in ogni caso vi si fa riferimento con l'espressione orale "uno contro sette").

Pertanto, oggi l'azienda conclude l'operazione di copertura (per esempio al 2.20%), che non dà luogo ad alcun introito od esborso immediato.
All'inizio del periodo futuro (vale a dire fra un mese, e più precisamente due giorni lavorativi antecedenti la valuta iniziale del periodo futuro) l'azienda tirerà il finanziamento alle condizioni correnti di mercato di quel momento ; la differenza fra la quotazione di mercato ("misurata" utilizzando un parametro ufficiale, normalmente l'Euribor od il Libor) ed il prezzo del F.R.A. viene liquidata fra le parti.

I dati salienti di un contratto di F.R.A. sono pertanto : Nel nostro esempio la liquidazione del differenziale sarà a credito della società Alfa se il valore del parametro rilevato nella data di fixing è superiore a 2.20% ; a debito in caso contrario.
In teoria il pagamento dovrebbe avere luogo in corrispondenza della valuta finale del periodo futuro : è questo infatti il momento in cui la società Alfa paga gli interessi sul finanziamento.
E' tuttavia prassi ufficiale, contemplata anche dai FRABBA Terms, che ne venga regolato il valore attualizzato con valuta corrispondente all'inizio del periodo futuro.
Dal punto di vista civilistico va ricordato che i differenziali incassati o pagati in sede di liquidazione di un contratto di F.R.A. sono equiparati ad interessi ; comunque non assoggettabili ad alcuna forma di ritenuta.
Nella sezione di questo sito dedicata al software finanziario sono reperibili gli applicativi Se desiderate approfondire l'argomento, scrivetemi.


L'I.R.S. (Interest Rate Swap)


Il significato letterale di "interest rate swap" è "scambio di tassi di interesse" ; e questo è proprio lo scopo dell'operazione : cambiare il tipo di tasso di interesse al quale una certa passività (oppure attività) è regolata.
In ottica di finanza d'impresa, e quindi di copertura dei rischi finanziari, il tipo di contratto I.R.S. più comunemente considerato (tanto da venir definito vanilla) è quello che serve a scambiare il tasso variabile che l'azienda paga sulle proprie passività con un tasso fisso.
L'idea è semplice : Nel caso dell'I.R.S. vanilla, dunque, l'azienda Per tale ragione questa impostazione dell'operazione di Interest Rate Swap viene anche definita Payer's Swap.
I flussi di interessi a tasso variabile incassati (nell'I.R.S.) e pagati (sul debito) rappresentano concettualmente una partita di giro ; il costo finanziario si è tramutato da variabile a fisso.
Graficamente :

I.R.S. : grafici flussi

Quest'altra illustrazione affronta l'argomento dal punto di vista più strettamente contabile :

I.R.S. : costi e ricavi

Le quotazioni di I.R.S. normalmente reperibili sui principali quotidiani economici riportano generalmente il valore di mercato "ABB" (="annual, bond basis), dove Nella gestione della finanza d'impresa sarà bene prevedere - e normalmente una banca che opera correttamente lo propone già di propria iniziativa all'azienda cliente - che le frequenze e le date dei pagamenti degli interessi a tasso fisso a debito dell'azienda corrisponda alle frequenze e date dei pagamenti degli interessi a tasso variabile a credito dell'azienda.
Ciò permetterà che i flussi di interessi vengano liquidati per differenziale, evitando - pur a parità di somma algebrica - una inutile moltiplicazione dei proventi ed oneri finanziari rappresentati nella parte bassa del conto economico, impedendo di conseguenza l'eventualità che l'analista di bilancio possa infondatamente sospettare l'esistenza di una certa parte di gestione extra-caratteristica.
Anche nel caso dell'I.R.S., infine, va ricordato che i differenziali liquidati sono equiparati ad interessi, non assoggettabili a ritenute.

Esistono molte varianti dell'I.R.S., rispetto all'interpretazione sopra esposta, ed alcune di esse possono anche essere utilmente combinate fra loro. In ogni caso, le principali sono : Al riguardo non si può non registrare che alcune fra queste banche hanno agito in modo assai discutibile, se non addirittura sconsiderato, facendo sottoscrivere ai propri clienti operazioni di cui questi ultimi non avevano capito il senso, dietro la prospettiva di un ipotetico - ma altrettanto incerto - guadagno finanziario ottenuto in cambio dell'assunzione di rischi finanziari spesso esorbitanti rispetto all'entità dell'incerto beneficio atteso.
In effetti, in alcune piazze le associazioni di categoria stanno ipotizzando azioni anche legali nei confronti di alcuni gruppi bancari.
Solo pochi istituti di credito hanno dimostrato la professionalità sufficiente da proporre a ciascun cliente lo strumento giusto anche sulla base del grado di padronanza della materia del cliente stesso.
Fra gli strumenti cui mi riferisco rientrano Intendiamoci : se il cliente ha sufficiente padronanza della materia può a mio avviso essere plausibile che prenda in considerazione anche l'assunzione di un rischio finanziario, se il risparmio atteso è congruo e sufficientemente probabile.
I "mostri" sono a mio parere comunque sempre da escludere. Stiamo parlando di gestione della finanza d'impresa, non di gioco d'azzardo.
Se desiderate approfondire l'argomento, scrivetemi.


L'opzione CAP


L'opzione cap rappresenta per il suo acquirente una garanzia circa il tasso massimo a cui verranno pagati gli interessi sugli utilizzi bancari a tasso variabile ; se vogliamo vederla da questo punto di vista, possiamo dire che si tratta di un'assicurazione contro il rischio di rialzo dei tassi.
Questo tipo di operazione sottintende infatti una logica completamente diversa da quella dell'I.R.S. In questo caso, infatti, In questo modo l'azienda potrà beneficiare, per il futuro, di eventuali ribassi dei tassi ; mentre in caso di rialzi ha la certezza circa il massimo costo che dovrà sopportare, rappresentato dal tasso di esercizio dell'opzione.
Se desiderate approfondire l'argomento, scrivetemi.


L'opzione FLOOR


Analoga, ma speculare, rispetto all'opzione CAP, l'opzione FLOOR garantisce il proprio acquirente circa il rischio di ribasso dei tassi.
Il venditore dell'opzione FLOOR, a propria volta,


La combinazione di CAP e FLOOR : il COLLAR


La semplice vendita di un'opzione floor, se considerata singolarmente, non avrebbe alcuna valenza dal punto di vista dell'azienda che deve controllare il rischio finanziario sulle proprie passività a tasso variabile.
Ne assume invece se la si considera combinata al simultaneo acquisto di un'opzione CAP : In altre parole, l'impresa che decidesse di gestire il rischio di tasso sulle proprie passività con un collar a costo zero potrà dire che il costo del suo debito, per il futuro, è e resterà incerto ; ma certamente compreso fra il massimo rappresentato dal tasso di esercizio del CAP ed il minimo coincidente con lo strike del FLOOR.

Negli ultimi anni è stata introdotta una variante del zero cost collar caratterizzata, a parità di CAP, da un FLOOR Poiché tale barriera è normalmente più bassa dello strike del FLOOR non condizionato, questa variante può essere presa seriamente in considerazione, sempre nell'ottica di difesa dai rischi finanziari, tenendo in considerazione soprattutto che questo copione non lascia comunque alcuna alea scoperta.
Mentre la maggior parte delle banche fa riferimento a questa struttura semplicemente definendola "collar con floor knock-in", o simili, qualche istituto ha ritenuto di colorire lo strumento atribuendogli nomi più "esotici". Se sentirete parlare, per esempio, di "purple collar" sappiate che si tratta sempre della medesima struttura. Non ci sarebbe dunque alcun motivo di diventare viola ...
Se desiderate approfondire l'argomento, scrivetemi.